
TATTOO SEMIPERMANENTI
a cosa bisogna prestare attenzione
TATTOO SEMIPERMANENTI. Negli ultimi anni sempre più persone fanno ricorso ai tattoo semipermanenti, che consentono di avere sopracciglia sempre curate ed ordinate, senza dover ricorrere ad estenuanti sedute di makeup giornaliere. Riguardo al microblading, ovvero alla rivoluzionaria tecnica estetica di pigmentazione, che aiuta a migliorare il look delle sopracciglia in pochi semplici gesti, sono state riportate numerose informazioni, soprattutto in merito a come viene effettuato il trattamento, la durata ed il prezzo. Tuttavia, poco si sa dell’importanza di prestare attenzione alla scelta dei centri estetici a cui rivolgersi, in quanto si potrebbe incorrere in alcuni rischi per la salute. Cerchiamo, dunque, di fare chiarezza.
Si corrono rischi?
Trattandosi di un trattamento estetico che prevede l’iniezione nell’epidermide di inchiostri colorati, è possibile correre alcuni rischi, soprattutto se chi esegue l’intervento di pigmentazione non conosce le norme di sicurezza e non è qualificato. Infatti, se gli strumenti non vengono sterilizzati correttamente possono verificarsi infezioni e possono essere trasmesse malattie contagiose, come l’epatite.
Inoltre, è possibile andare incontro a reazioni allergiche. Tuttavia, si tratta di una possibilità piuttosto remota, poiché i pigmenti devono essere certificati. Per una maggiore sicurezza l’operatore dovrebbe sempre fare un piccolo test preventivo, anche perché se dovesse verificarsi una reazione allergica, sarebbe alquanto difficile da trattare, visto che il colore, una volta inserito nella pelle, non può essere rimosso.
Si può andare incontro anche a granulomi, ovvero all’accumulo di leucociti intorno ai pigmenti, che si verifica quando l’organismo riconosce le particelle di colore come corpi estranei e reagisce scatenando una risposta infiammatoria localizzata. Ma si possono costituire anche dei cheloidi, che sono delle formazioni caratterizzate da tessuto cicatriziale, che possono insorgere a seguito del trauma a cui viene sottoposta la pelle. Infine, si ricordano anche vesciche e screpolature.
É importante sottolineare, tuttavia, che quanto appena detto non deve spaventare o scoraggiare in merito a questo particolare trattamento, ma ha come unico scopo quello di sensibilizzare le persone sull’importanza di ricercare centri estetici seri e qualificati, in cui non correre rischi per la salute.
Tattoo semipermanenti: la sicurezza innanzitutto
É fondamentale non sottovalutare l’importanza della sicurezza quando si parla di microblading. Molti, infatti, si improvvisano estetisti o visagisti qualificati, causando danni ai clienti e portando a disprezzare il trucco semipermanente il quale, in realtà, se realizzato al meglio, permette di avere sopracciglia perfette ed estremamente realistiche. Per evitare, dunque, di correre rischi inutili e per testare la serietà del centro in cui si intende sottoporsi al trattamento, è fondamentale verificare:
- l’attestato del professionista a cui ci si affida per l’intervento estetico. Il microblading, infatti, deve essere eseguito da operatori abilitati ad esercitare tale attività, ovvero in possesso di un attestato regionale, valido ai sensi della legge 845;
- la licenza igienico-sanitaria del centro, nella quale si attesta la possibilità di svolgere esercizi di tattoo semipermanenti. Tale documento, per legge, deve essere affisso, in modo da risultare visibile al cliente;
- le preparazioni coloranti che devono essere inserite nell’epidermide, le quali devono essere monodose e sterili. Ciò significa che l’operatore deve provvedere ad aprire la “bustina di colore” davanti al cliente e a gettarla una volta terminato il trattamento;
- l’ago da applicare allo strumento impiegato per realizzare il trucco semipermanente. Anche in questo caso deve essere sterile e monouso, e deve essere scartato davanti al cliente e, una volta portato a compimento l’intervento di pigmentazione delle sopracciglia, gettato nei rifiuti;
- la matita da trucco per la simulazione delle forme da sottoporre a tatuazione semipermanente, la quale deve essere sterile e presentare una pasta grassa biocompatibile;
- le attrezzature (lente, lettino, seduta dell’operatore), che devono essere adeguatamente protette con pellicole plastificate;
- l’utilizzo da parte dell’operatore dei DPI, ovvero dei dispositivi di protezione individuale;
- i guanti indossati dal professionista, che devono essere sterili e monouso. Ne esistono di due tipologie: quelli da ispezione, che vengono prelevati direttamente da una scatola, e quelli sterili, che sono imbustati a coppia e vanno indossati poco prima di iniziare il lavoro.